Vivere in una casa con il giardino è il sogno di molti. Per giardino si intende uno spazio verde recintato attorno a una casa. Questo luogo per stare all’aria aperta e godere della Natura e delle piante, negli anni e, nelle varie culture, ha subito molte evoluzioni e si presenta in modo diverso. Il giardino contemporaneo è il risultato di queste evoluzioni sul modo di organizzare il giardino che cambia in relazione al modo di pensare e gestire il nostro rapporto con l’ambiente sia in termini economici che filosofici che etici.
Nella nostra cultura il terreno intorno alla casa era concepito, almeno fino al Medioevo, come luogo funzionale all’abitazione anche per la coltivazione di piante e ortaggi. Solo con il Rinascimento si sviluppa il concetto di giardino inteso come luogo in cui l’uomo può godere della Natura, ma anche dimostrare e ammirare la sua capacità di controllo, gestione e conoscenza su di essa. Nascono su questi presupposti i giardini all’italiana. Si presentano con disegni geometrici mettendo in evidenza la conoscenza delle proporzioni e dell’ordine matematico delle cose e della Natura. Per capire da dove nasce questo nuovo modo di guardare e rapportarsi con l’ambiente basta pensiamo a dei geni del Rinascimento come Leonardo che disegnò l’Uomo all’interno di un cerchio o ai dipinti di Piero della Francesca che ricercava con rigore le proporzioni per raggiungere quell’armonia che era espressione del bello e, al tempo stesso, del “vero”, del rivelato. Così anche il giardino diventa un luogo dove esprimere questa conoscenza delle proporzioni, delle simmetrie, dell’ordine e del controllo dell’uomo. Il giardino si trasforma radicalmente: non è più il luogo dove curare le piante per goderne i frutti, almeno non solo, ma soprattutto per “addomesticarle”, antropizzarle. Questo avviene sia attraverso interventi sulla forma stessa delle piante, pensiamo per esempio alle siepi, sia nella distribuzione nello spazio, per esprimere una ricerca del bello armonico. In questi giardini non c’è spazio per la natura “selvaggia” e si dà inizio a una vera e propria progettazione architettonica del paesaggio quale espressione di una nuova estetica ed etica.
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In età Barocca (1600) si sviluppa in Francia un nuovo modo di organizzare il giardino che viene denominato giardino alla francese. Pur conservando le influenze rinascimentali, viene lasciata una parte del giardino “al naturale”. Questo trasforma i giardini in grandi parchi che davano lustro e sfarzo ai proprietari di ville e palazzi sontuosi, pensiamo per esempio ai giardini di Versailles illustrati qui sotto. L’acqua, le simmetrie e la struttura con un percorso centrale aperto che dava allo sguardo la possibilità di estendersi fino a un’orizzonte davano una percezione di dominio dell’uomo sulla Natura e, al tempo stesso, di potenza e governo del territorio: dall’antropico fino al naturale.
Nel 1700 si sviluppa un nuovo modo di organizzare il giardino il cosiddetto giardino all’inglese dove la parte naturale e la parte antropizzata dello spazio si mischiano. Questo nuovo modo di pensare al giardino riflette il pensiero illuminista che nasce in relazione allo sviluppo di un pensiero scientifico, al bisogno dell’uomo di liberarsi dai dogmi e di porsi come osservatore e studioso della natura e dei suoi fenomeni. In questo nuova relazione con l’ambiente circostante l’uomo recupera anche il valore della storia, delle origini e, in questi giardini troviamo rimandi alle sculture e architetture classiche, a figure mitologiche. I giardini inglesi, insieme alle piante presentano un “bello” e godibile che è sia quello ideato e progettato dall’uomo con le sue architetture, sculture e prodotti artistici che quello offerto dalla Natura con le sue piante. Diventano così spazi di contemplazione del dialogo tra Uomo e Natura, tra antropico e naturale e presentano anche angoli inaspettati, effetti a sorpresa che escono dal rigore geometrico dei giardini italiani e francesi. A Milano, i giardini pubblici di Porta Venezia, realizzati alla fine del 1700, sono un esempio di questo modo di godere del giardino o del parco.
Una delle caratteristiche più affascinanti dei giardini sono i labirinti, chiaramente concepiti secondo rigori matematici, ma lo scopo, in questo caso, non è puramente “estetico”. Questi sono luoghi di gioco e perdita dell’orientamento interessanti perchè lasciano ai visitatori spazi di perdita dell’orientamento, dell’ordine precostituito che simulano il potersi perdere nel caos naturale. In questo caso, però, tutto avviene sotto il controllo dell’Uomo. I giochi nei giardini si svilupparono soprattutto nelle “case o ville di delizia” costruite da ricchi possidenti per le vacanze e per organizzare feste e allietare gli ospiti. Labirinti, grotte, giochi d’acqua, anfratti erano caratteristiche fondamentali di questi giardini che dovevano stupire, inebriare e coinvolgere tutti i sensi.
La meditazione, la preghiera, il riposo, l’ascesi caratterizza invece il giardino arabo che è concepito come oasi rifugio rispetto ai pericoli dell’ambiente selvaggio circostante o al caos della natura. In questi giardini si osserva una ripartizione dello spazio in quattro aree divise da canali con generalmente al centro una fontana. Il quattro è simbolicamente il numero degli elementi (Terra, Aria, Fuoco e Acqua) e quindi è, per eccellenza un luogo in cui godere della terra e dei suoi elementi. Nel giardino arabo le piante vengono scelte per stimolare l’olfatto e per offrire ombra (ovviamente molto importante nei paesi molto caldi), mentre l’acqua, con il suo suono rilassante deve rinfrescare e rilassare, l’insieme appaga il piacere della vista. Tutti i sensi quindi devono essere coinvolti per rigenerare corpo e spirito.

Il giardino come luogo di armonia e meditazione lo troviamo nella progettazione del giardino orientale dove piante, acqua, rocce, ricerca del colore, orientamento sia delle piante che del flusso dell’acqua deve seguire un rigore che è quello Naturale. Questi luoghi sono espressione del rispetto dell'”architettura naturale” del mondo che viene imitata o riprodotta. Sono testimonianza di un equilibrio tra Uomo e Natura dove l’Uomo osserva le regole naturali delle cose e le ripropone in proporzione. Per esempio, il giardino non deve mai essere spoglio, ma deve avere piante verdi anche in inverno (come avviene in natura), l’acqua deve scorrere da Est a Ovest seguendo il ciclo del sole e il ritmo naturale dello scorrere del tempo. Il giardino diventa luogo e spazio di meditazione dove non si perdono mai i riferimenti importanti che legano l’uomo alla natura. Il giardino zen (giardino secco) è un modo particolare di concepire il giardino orientale dove la ghiaia, disposta in un certo modo simboleggia, il paesaggio naturale, dall’acqua alle piante, alla terra. E’ un vero e proprio giardino simbolico che ci ricorda l’ordine del mondo e non ha bisogno necessariamente di grandi spazi, ma di grande concentrazione e conoscenza delle regole della Natura a cui l’uomo si adegua e osserva con rispetto.
Ovviamente osservandoli si intuisce che tutto da un momento all’altro potrebbe essere stravolto in questi giardini di ghiaia. Basterebbe una folata di vento, un uccello che si posa nel punto sbagliato, ma questo è semplicemente naturale, è l’accettazione e la testimonianza stessa che tutto ha una fine e può avere un nuovo inizio.
Ora uscite davanti alla porta della vostra casa e domandatevi che giardino vorreste vedere perchè, da questa risposta, dipende il vostro modo di rapportarvi al mondo e di godervelo.