Finestre che producono energia? Sono possibili grazie a una scoperta tutta italiana. Due professori e ricercatori dell’Università Bicocca: Franco Meinardi, fisico della materia, esperto in fotonica molecolare e il professore Sergio Brovelli, scienziato dei materiali esperto di nanotecnologie hanno unito le loro esperienze e progettato dei vetri semitrasparenti capaci di catturare l’energia solare.
Allo stato attuale di sperimentazione questa scoperta potrebbe risolvere soprattutto i problemi energetici di molti edifici che non dispongono di tetti con grandi superfici come, per esempio, i grattacieli. La sua applicazione potrebbe favorire l’osservazione di una normativa europea che chiede, a partire dal 2020, che, le nuove costruzioni debbano essere autonome energeticamente, nell’ottica di un futuro sempre più sostenibile e con uso di fonte energetiche per lo più rinnovabili.
“I vetri semitrasparenti produttori di energia elettrica – spiega il professor Meinardi – sono l’evoluzione di una scoperta degli anni 70 di un ricercatore che non era riuscito, con le tecnologie dell’epoca, a risolvere alcuni problemi che avrebbero potuto renderla applicabile. Oggi abbiamo messo a punto delle nanoparticelle in grado di non riassorbire la luce solare che ricevono rendendo possibile il trasporto dell’energia all’interno del vetro fino ai suoi bordi dove abbiamo collocato dei piccoli pannelli fotovoltaici capaci di convertire l’energia assorbita dal vetro in energia elettrica”.
Questa tecnologia potrà rivoluzionare il modo di usare le finestre perchè tutte potrebbero essere fonti di energia. Potremmo immaginare un futuro dove tutte le case possono essere autonome energeticamente e i vetri delle finestre con l’applicazione di questa tecnologia potranno assolvere a più funzioni: estetiche, strutturali ed energetiche.
“Il fotovoltaico tradizionale ha ormai alle spalle una storia tale per cui la produzione di energia è particolarmente significativa – spiega il professore Meinardi -. I nostri vetri non raggiungono la stessa resa energetica, ma permettono di non rinunciare all’estetica dei tetti degli edifici (specie se si tratta di contesti storici) e di non rinunciare alla funzionalità delle finestre (proteggere, ma anche far entrare la luce). La resa in termini energetici dei nostri vetri varia con il grado di oscuramento del vetro che possiamo modificare in relazione alle esigenze del cliente. Maggiore è il livello di opacità del vetro, maggiore è la resa. Possiamo immaginare l’uso di vetri più opachi, per esempio, in edifici al Sud, nei luoghi dove la luce solare è molto intensa. In questi casi il loro utilizzo soddisfa due esigenze: la produzione di energia, la diminuzione del calore interno all’edificio”.
La tecnologia del silicio ha mezzo secolo di sviluppo e si arriva a potenze di picco di 300 watt al mq. I vetri messi a punto dai ricercatori italiani si ipotizza che possano arrivare, a breve periodo, a potenze di picco di 30 watt a mq mantenendo elevati i livelli di trasparenza e a lungo termine si stima di raggiungere una potenza di 50 watt al mq. In pratica installando questi vetri solo su una facciata di un grattacielo, per esempio lo Shard di Londra, con una potenza di picco di 50 watt, i ricercatori hanno calcolato che potrebbero soddisfare le esigenze energetiche di 100 o 150 appartamenti di dimensioni standard.
Nel 2016 è stata fondata Glass to Power, una spin off altamente qualificata e giovane con amministratore delegato Emilio Sassone, fisico e specialista in cibernetica. L’azienda attualmente ha sede a Rovereto (Tn) dove è stato messo a punto lo stabilimento più grande d’Europa di produzione di nanoparticelle della dimensione di un miliardesimo di metro. In pratica l’azienda si sta preparando per la produzione dei vetri fotovoltaici di cui il mercato ha già manifestato ampio interesse.
“Prima di entrare in produzione con i vetri abbiamo bisogno di conseguire tutte le certificazioni necessarie. Ora abbiamo la certificazione sulla sicurezza ed entro l’anno prevediamo di ottenere la certificazione energetica per garantire le prestazioni di energia a lungo termine – aggiunge Meinardi-. Ottenuto questo potremmo iniziare a produrre i primi metri quadrati di vetri fotovoltaici. Abbiamo già molte richieste quindi è facile immaginare che subito dopo i test dei dispositivi e le certificazioni ci sarà un’enorme richiesta“.
Glass to power ha bisogno di un aumento di capitale per portare avanti la produzione. In questo momento ha uno staff di giovani ricercatori prevalentemente under 30. La società ha scelto di lanciare questa primavera un crowdfunding a cui tutti potrebbero partecipare con una quota minima di 1000 euro.
“Vogliamo dare a tutti la possibilità di investire sul futuro, la sostenibilità ambientale e la ricerca italiana – conclude Meinardi – per questo abbiamo scelto questa modalità e presto inseriremo sul nostro sito tutte le informazioni”.
Per informazioni sul crowdfunding e la tecnologia Glass to Power: www.glasstopower.com