IL bello di casa per Guia Medolla e’ : il dettaglio

Prosegue il contest “Il bello di casa è….” e la fotografa Guia Medolla ci propone una riflessione sull’importanza del dettaglio.

La mia casetta in montagna si trova in Val Intelvi ed è isolata, costruita ai margini di un piccolo bosco – racconta Guia -. C’è una piccola fontana generata da una sorgente naturale che si trova proprio vicino alla casa e la caratterizza, così come tre tigli secolari che fanno una grande ombra”.

Eravamo lì l’anno scorso per le vacanze di Carnevale, quando è stato decretato il primo lock down totale e siamo rimasti lì tre mesi.  E’ stato davvero un rifugio un pò  fuori da tutto. Ma in quell’isolamento totale la casa è stata vissuta tantissimo, come non avevo mai fatto, ed è diventato naturale osservare anche ogni piccola cosa. 

Amo i particolari, in generale, e mi è sempre piaciuto curare i dettagli. Credo che sia proprio l’attenzione alle piccole cose a creare poi l’armonia dell’insieme. E a far sentire il tutto più tuo“.

Anche Guia ha riportato una visione della casa in relazione al lock down. E’ evidente, ancora una volta, quanto questa esperienza intima e di chiusura tra le pareti domestiche e di visione del mondo solo “dalle finestre” abbia rivoluzionato il modo di relazionarsi con spazi che prima venivano utilizzati anche di fretta, magari per un week end lontano dai centri urbani.

La ricerca delle porte, delle finestre e della luce ricorda tanto quella ricerca simbolica di molte tele della storia dell’arte.

I dettagli su cui cade l’occhio di Guia di riportano alla memoria gli interni di quadri in particolare del Seicento, ma i cui temi sono ricorrenti in tutta la pittura con un chiaro riferimento alla casa come luogo del possesso terreno, della natura morta (che sfugge alla dinamicità della vita in movimento), dell’effimero, della caducità della vita e al luogo e spazio della donna. Ovvero la casa come luogo di ricami, di confidenze, di rapporti intessuti con il mondo con il distacco che all’epoca si confaceva alle nobildonne per le quali, stare dietro le finestre era sinonimo di protezione del loro corpo e della loro integrità morale e verginità.

La casa è lo spazio privilegiato da cui l’uomo osserva il mondo è il primo involucro oltre il nostro corpo da cui prendiamo distanze dal mondo. Pensiamo anche che molti pittori prima dell’invenzione dei colori in tubetto potevano dipingere praticamente in interni e la finestra, la sua “inquadratura” offriva suggestioni importanti e ispirazioni evidenti in molti quadri. La luce della finestra è sempre stata testimonianza del mondo che sta fuori e ne sottolinea, simbolicamente, il distacco tra Umano e Divino. Spesso drappi e tende alludono alla scoperta, alla rivelazione, al sudario.

La casa nel dettaglio è fatta di tanti scorci di luce in cui si trova rifugio e conforto perchè si ferma, in qualche misura, come in una Natura morta, l’attimo della caducità della vita.

Il luogo della casa di Guia, vicino all’acqua e vicino a grandi alberi, evidenzia una scelta di occupazione del territorio urbano oculata secondo gli approvvigionamenti necessari alla sopravvivenza. Nei piccoli borghi la prossimità a punti naturali di rifornimento è ancora molto evidente, mentre tutto questo, ovviamente, nella città si perde e la dipendenza da strumenti e mezzi terzi è fondamentale.

Durante il lock down la questione dell’approvvigionamento è diventata un nuovo punto focale del pensare la città e la dislocazione dei servizi. Tant’è che, per esempio, in una città come Milano si parla della costituzione di quartieri in cui tutti i servizi essenziali siano raggiungibili nel raggio di 15 minuti.

La Valle d’Intelvi unisce il lago di Como con quello di Lugano e viene chiamata la valle di smeraldo costituito da 15 piccoli comuni. Vi consigliamo le seguenti guide.

Ricordati che anche tu puoi inviare le tue immagini per raccontare cos’è per te Il bello di casa (leggi)

Pubblicato da

giornalista professionista, psicologa, curatrice d'arte, scrittrice

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