La pandemia da Coronavirus ha aumentato notevolmente l’uso del web per qualunque cosa. Oggi possiamo dirlo con certezza che chiunque vive in tre dimensioni: il mondo interiore (intimo), il mondo “reale” (sociale concreto) e quello “web” (sociale aumentato). Tre modi che portano ad una dimensione sempre più espansa dell’Essere e del nostro stare al mondo: dal corpo al mondo. Questo “vivere il web” richiede una riflessione non irrilevante. Dobbiamo rispondere a questa domanda: chi vogliamo “essere nel web” come individui, ma anche come cittadini? Se l’individuo è un animale sociale e vive grazie a ciò che produce e che fa per la comunità è molto facile comprendere che la sopravvivenza di ognuno di noi oggi dipende anche da cosa facciamo nel web e per il web. Il mercato si è spostato dalle piazze delle città ai grandi portali e social, il mondo del lavoro cambia e grazie al web e alla tecnologia e alla robotica l’uso del lavoro manuale umano va sempre più scemando. Dunque? Quale potrà essere il mercato del lavoro del futuro? Metà tradizionale e metà nel web? Sembra un’ipotesi possibile. Tu quanti click produci?
Si continua a “restare a casa” e mi sono chiesta quanto questo periodo di pandemia stia cambiando il modo di vedere e vivere la casa. Con il contest fotografico Il bello di Casa ho invitato i fotografi a rappresentarmi cosa è, per loro, bello in una casa. La fotografa Mimma Livini ci propone un modo diverso di vivere il balcone, di colorarlo con le piante, di avere cura del verde, del piacere di godere l’aria aperta in uno spazio privato.
Si racconta che una volta per ricordare qualcosa si consigliava un nodo al fazzoletto, oggi Fabio Bernardis, 19 anni di Udine lo fa scolpendo il legno recuperato con il progetto Minuti di…Domani esisterà un mondo migliore? Qualcuno deve crederci e questo ragazzo guarda avanti portandosi dietro la storia, a cominciare da quella personale…..
Ho chiesto per Il bello di casa a dei fotografi di proporre delle immagini che rappresentino per loro ciò che è bello in una casa (se vuoi partecipare al contest leggi il regolamento) . Il periodo non è dei migliori perchè di “stare a casa” non ne possiamo più, ma la casa rimane il nostro rifugio e il nostro piccolo mondo nel mondo. Forse, proprio per questo, questo luogo dobbiamo ancor più renderlo piacevole per noi cominciando a guardarlo con occhi nuovi. Questa considerazione forse è ciò che ha spinto Emiliano Verga a proporre un concetto di “bello di casa” racchiuso in un mondo piccolissimo, fragile, temporaneo ed estremamente poetico.
Un’impresa difficile, ma possibile quella di molti che hanno ristrutturato durante la pandemia. Ho voluto raccontare l’esperienza di Claudia Sgalambro, designer d’interni, che ha progettato una casa molto funzionale con un’attenzione alla luce e al colore per una giovane coppia senza figli a Milano in zona Porta Romana. Nonostante le difficoltà operative di poter vedere dal vivo componenti d’arredo e materiali, è riuscita a soddisfare una coppia con gusti diversi e con l’esigenza di avere una lavanderia interna avendo un appartamento senza un balcone adatto a stendere il bucato. La ristrutturazione riguarda un appartamento di 80 mq ridistribuiti con un grande living e soluzioni di arredo su misura che hanno reso sorprendentemente funzionale un’intera parete del soggiorno.
Per il mio web magazine http://www.ilbellodi.casa propongo un contest fotografico per raccontare cosa si muove attorno al concetto di “bello di casa”. Mai come in questo momento storico siamo stati costretti a “stare a casa” e forse è difficile vedere qualcosa di bello in una casa oggi perchè rappresenta più il nostro limite e rifugio, il nostro isolamento dal mondo, ma proprio per questo, voglio invece puntare l’attenzione su cosa c’è di bello in una casa perchè è proprio la nostra casa che dobbiamo difendere ovvero il nostro mondo. Cosa vogliamo trovarci, quali forme, profumi, immagini. Può essere bello un aspetto estetico architettonico, un dettaglio, un interno in cui vi riconoscete, un modo di vivere la casa, un paesaggio che potete ammirare dalla finestra e quindi il luogo in cui è ubicata una casa. Insomma ciò che voi ritenete renda piacevole o desiderabile una casa e non necessariamente la vostra. Vi chiedo di inviarmi quelle immagini di case per cui avete sentito quell’irresistibile desiderio di scattare, quella stanza, quel luogo trovandoci del bello, ma anche del bello discutibile nel senso che qualcuno ha visto del bello realizzando una casa in un modo in cui voi non vi riconoscete affatto.
Il 4 marzo 2021 è stato presentato un portale del Ministero degli Esteri che diffonde “il bello”, ovvero l’arte italiana, nel mondo attraverso: Italiana, lingua, cultura, creatività nel mondo. Un progetto presentato alla Farnesina dal Ministro Di Maio che dichiara essere nato durante il 2020 nel momento preciso in cui abbiamo dovuto privarci de “il bello”, del piacere di condividere la cultura, l’arte.
La casa oggi può essere social ovvero un luogo dell’abitare, anche transitorio, dove poter condividere esperienze e trovare soluzioni a situazioni temporanee di esigenza abitativa ed inserimento sociale. E’ quanto si trova su un portale unico in Italia aperto nel 2019 da Fondazione Compagnia di San Paolo Io abito social. Il nome del sito comprende due concetti importanti: la scelta individuale di “abitare social” e la possibilità di abitare in un contesto che facilita l’inserimento sociale e non solo andando incontro ad esigenze di tipo economico con affitti calmierati.